In questo articolo si andrà a parlare del ruolo dei geosintetici nell’ingegneria civile, definendo il loro impiego e le loro proprietà.
I geosintetici vengono prodotti dall’industria tessile e possono essere dei geotessili convenzionali, geotessili composti ed infine delle geomembrane.
Essi formano diversi prodotti, i più comuni sono: i tessuti non tessuti, delle reti, delle stuoie, delle griglie oppure delle geomembrane.
Nell’ambito dell’ingegneria civile svolgono diversi compiti, in particolare nella meccanica delle terre, infatti, i principali scopi per cui vengono impiegati sono:
- Filtranti;
- Drenanti;
- Separanti;
- Riforzanti;
I geotessili filtranti permettono il passaggio dell’acqua tra il terreno ed uno strato drenante, senza che vi sia passaggio di particelle solide notevole.
Lo scopo drenante, invece, ha il compito di dirottare l’acqua presente nel suolo verso un particolare punto.
I geotessili separanti vengono spesso posizionati tra due tipologie di terreno diverse, come per esempio tra argille e ghiaie, in modo da impedirne la miscelazione.
Quando un geotessile ha funzione di rinforzo, significa che va a migliorare il comportamento meccanico della struttura, mentre la funzione di impermeabilizzazione è quella che non consente il passaggio d’acqua.
Le caratteristiche dei geotessili sono molteplici e vengono fornite dal produttore, le principali sono:
- La tipologia di fibra e di polimero utilizzato;
- Lo spessore nominale;
- La massa e la densità;
- La resistenza a trazione;
- La resistenza elle azioni ambientali.
Inoltre, attraverso dei test in laboratorio è possibile definire il comportamento che ha il geotessile con il terreno, in particolare:
- La curva sforzi deformazioni nel breve e nel lungo termine;
- L’attrito e l’abrasione;
- La resistenza ai carichi ciclici.
I geotessili, i geosintetici più utilizzati nell’ingegneria civile, sono formati da polimeri di vario tipo, come polipropilene, poliestere e il polietilene.
Viceversa, le geomembrane sono formate da tanti fogli sottili, conferendo al materiale una permeabilità molto bassa, i polimeri più impiegati nella loro realizzazione sono: il polietilene, il polinvinilcloride, il polietilene clorinato e clorosuffonato.
Le geomembrane hanno comunque dei problemi nei giunti di sovrapposizione, per questo motivo è consigliabile avere una zona di sovrapposizione estesa dai 3 ai 10 cm.
Bibliografia:
Pietro Colombo, Colleselli Francesco,Elementi di geotecnica, Editore: Zanichelli,Bologna, 2004.