In questo articolo andremo a parlare del ritiro per essicamento, meglio noto come ritiro igrometrico, fornendo delle indicazioni utili per conoscerlo meglio.

La causa più comune del ritiro del calcestruzzo è l’essicamento, chiamato anche ritiro igrometrico, dovuto principalmente all’asciugamento del materiale.

Questo fenomeno gode di un una notevole bibliografia scientifica, sia in ambito nazionale che internazionale, infatti in inglese si chiama Drying Shrinkage.

Il ritiro igrometrico è causato principalmente dalla perdita di umidità della pasta cementizia, che può portare al massimo alla contrazione del 1% del volume totale.

Al fine di mitigare il più possibile questa tipologia di fenomeno, è opportuno utilizzare degli aggregati di buona qualità, i quali riducono l’intensità del ritiro di circa 0,06%.

In questa sede è opportuno ricordare che se il ritiro avviene in assenza di contrasto, il calcestruzzo tende a non fessurarsi.

Infatti, è la presenza simultanea di contrasto, ovvero di un vincolo, e dal ritiro che genera l’insorgenza di fessurazioni.

Dal punto di vista della meccanica, questo processo si può spiegare quando le tensioni, generate dal ritiro, superano la modesta resistenza a trazione del calcestruzzo, di conseguenza si creano crepe e fessure.

Le parti dove si possono manifestare più facilmente questo genere di lesioni sono pavimentazioni, pareti divisorie e muri in cemento armato.

Ovviamente le condizioni ambientali incidono profondamente sul manifestarsi di questo fenomeno, infatti in un ambiente secco esso è rapido e rimarchevole, mentre in ambiente saturo tende a scomparire.

Le tensioni nocive di trazione, create dal ritiro per essicamento, decrescono con il passare del tempo per via dello scorrimento viscoso, chiamato creep.

In linea generale, i fattori che influenzano questa tipologia di ritiro sono:

  • Composizione del calcestruzzo;
  • Posa in opera;
  • Condizioni ambientali;
  • Geometria dell’elemento strutturale.

Per quanto riguarda la composizione del calcestruzzo è importante il tipo di cemento impiegato, il rapporto acqua/cemento e la qualità degli aggregati.

In fase di posa in opera, bisogna prestare particolare attenzione all’esecuzione del getto e alla stagionatura.

Le condizioni ambientali riguardano la temperatura dell’ambiente in cui è esposto il calcestruzzo e la percentuale di umidità.

Infine, la geometria dell’elemento strutturale influisce in funzione della superficie esposta e la quantità di armatura trasversale.

Bibliografia:

Salvatore Lombardo, Valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti in cemento armato, Dario Flaccovio editore, anno 2012.